Breve riflessione di un disoccupato su Marino
Certo che viviamo in un’epoca strana dove un capo di governo e leader di partito decide la vita o la morte di un sindaco travalicando elezioni avvenute non più di due anni or sono dove quel sindaco dimissionato ha preso voti in eccesso del 60%.
Si caccia un sindaco per degli scontrini e probabili bugie che sono minori sia come totali degli scontrini che gravità delle bugie dette dallo stesso presidente del consiglio (Il Fatto Quotidiano 22 settembre 2012).
Marino va a casa molto più probabilmente perché fra alti e bassi ha contrastato mafia e malaffare romani, ha certamente messo in discussione il potere interno ad un PD romano colluso e partecipante ad associazioni in odor di mafia quella vera, brutta e violenta.
Una bruttissima storia italica che vede le istituzioni dello stato completamente asservite ad un potere politico da operetta, una politica più adatta a serial televisivi a basso costo che ad uno stato europeo che fa parte del G8.
Una politica che asservisce tutto il possibile per garantirsi seggi di potere finanche le statistiche che dovrebbero essere fatte da numeri assoluti e che invece vengono piegate al sentiment del momento. Ci vendono una ripresa economica ridicola dovuta a contingenze internazionali e non alle politiche economiche e lavorative del governo. Ci danno numeri drogati sul rientro della disoccupazione nel mondo produttivo con il solo motivo di far riconoscere capacità governative inesistenti.
Ma non è che le politiche locali siano di meglio o di più etico. Comuni, Regioni e Province non vedono politiche o capacità migliori al loro interno. Anzi.
Il tutto piegato al potere personale di singole persone che casualmente sono legate ad associazioni politiche ma che sono capaci di saltare fossati ideologici profondissimi pur di rimanere gli attori principali di un potere effimero.
Effimero perché servo di interessi e lobbies più grandi e forti di loro, tanto è vero che riusciranno a far digerire alla società l’ultimo scoglio, il taglio degli stipendi.
Contemporaneamente la società di cui si sono candidati come leader si impoverisce sempre di più arricchendo solo e soltanto un 4% di essa rappresentante del vero potere quello della finanza creatrice di ricchezza ma che in assenza della loro complicità sarebbe incapace di operare.
In una situazione tale quali opportunità esistono per una reale crescita? Nessuna, come non esiste alcuna possibilità che la situazione di disoccupazione mia e di moltissimi altri troverà soluzione.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio