Cara G. (Lettera ad una amica)

03.08.2015 08:05

Cara G.

 

Mi perdonerai se rispondo al tuo messaggio privato qui sul mio Blog.

 

La tua lettera mi regala l’occasione di fare un discorso serio, fuori dall’ amara ironia caratteristica mia e di quello che normalmente scrivo.

Mi dici che ho intrapreso una strada che non condividi, non condividi il mio mettermi in mostra in questo modo, che tu non lo faresti per proteggere i tuoi figli.

 

Mi dici che vi metto davanti sempre un muro invalicabile.

 

Ma io i miei figli li proteggo, ti assicuro che non gli manca assolutamente nulla.

Non hanno il superfluo, non regalo iphone 6 al grande ne mega giocattoli al piccolo non solo perché mi manca denaro ma perché ritengo assolutamente ridicolo che si spendano 1,000€ su di un telefono che non viene usato per lavoro. 

Penso che una famiglia sana insegna il valore del denaro da subito. 

Sono ragazzi sani, il grande è uscito dalla terza media con 9 è un matematico da paura. Il piccolo mi preoccupa è uguale a me ad 8 anni fa fotografie molto interessanti e lavora con macchine semi professionali in manuale non usando automatismi. 

Ha un’empatia da far paura. Diverrà un grande della fotografia.

 

Devono conoscere la condizione del loro padre e non se ne devono vergognare, non nascondo nulla. Devono vedere, capire ed accettare momenti di difficoltà economica, non devono vivere quella difficoltà come carenza affettiva.

 

Io mi metto in mostra perché non mi vergogno della mia condizione, la vivo, la affronto, la combatto.

 

La mia condizione è uguale alla condizione del 14% della popolazione al quale vanno aggiunte 4,500,000 di persone che lavoro non lo cercano più. E’ uguale alla condizione del 44% dei disoccupati fra 25 e 30 anni.

 

Milioni di persone invisibili, di vetro trasparente delle quali si parla per 24 ore all’uscita dei dati Istat, usati per attaccare il governo a convenienza ma alle quali non si danno risposte serie ne prospettive. Della loro vita quotidiana non si parla, dei loro sogni men che meno. Ogni tanto un passaggio di 4 minuti durante un talk show ma solo per dare il là a discorsi filo governativi inascoltabili ed inaccettabili.

 

Le tue critiche mi fanno paura. Evidenziano una frattura sociale pericolosa della quale sento i primi respiri ed alla quale se non si danno ripari al più presto il rischio che porti ad uno scontro sociale vero è altissimo.

Le scelte governative fatte fin qui hanno solo prodotto una guerra fra generazioni mettendo in discussione il futuro stesso di intere generazioni.

 

Non ti parlo dell’indifferenza nei riguardi degli invalidi, è inutile.

 

Le differenze fra me e te sono tantissime. Tu con una professione ed io con il nulla difronte. Questa differenza va colmata con l’empatia dalla tua parte ed il mio non viverti come nemico dall’altra. 

 

Dobbiamo parlarci, tu devi ascoltare le mie difficoltà ed io devo ascoltare i tuoi punti di vista. Entrambi dobbiamo discutere di quale futuro dobbiamo costruire per i nostri figli altrimenti quel futuro non ci sarà.

 

Tuo con affetto

 

Claudio