Disoccupazione M5S e schizofrenia politica
“La mia voglia di fare polemica e descrivere il mondo come brutto e cattivo supera la mia voglia di farmi conoscere ed ascoltare”
Questo è quanto e qui dovrei chiudere il blog e tutto quanto sto facendo.
Si perché chi dice questo di me è un conosciuto rappresentante di un movimento politico che si candida nel dirigere il paese.
Dal vaffa alla Presidenza del Consiglio in un giro di vaffa per tutti quelli che criticano, propongono e stimolano la discussione su temi diversi dai cavalli di battaglia che, va ammesso, loro cavalcano molto bene.
Se un disoccupato di lunghissimo corso sostiene che si dovrebbe mettere il lavoro al centro della politica e non il parcometro o gli emolumenti parlamentari ha voglia di farsi conoscere e polemizzare su un mondo brutto e cattivo.
Se sostiene che anche le istituzioni locali devono avere una visione del futuro economico industriale del territorio, un’idea per il futuro che definisca scelte ambientali, visioni del futuro che aiutino lo sviluppo territoriale e non si limitino alla gestione dell’esistente quando quell’esistente è legato a doppio filo a monoproduzioni che hanno fatto il loro tempo e sono decadute e decadenti lasciandosi dietro centinaia di disoccupati ed una sola famiglia ricca e potente (Merloni) è uno monotematico, pedante e con una voglia infinita di polemica.
Eppure sono convinto che la chiave per il futuro dei miei figli è lì.
Se si decide che questo territorio è a sola vocazione turistica i comuni del comprensorio non dovrebbero iniziare da ieri una politica mirata a questo? Favorire la nascita di attività produttive ed economiche mirate a questo progetto? O devono continuare con la politica della gestione dell’esistente e del lampione sotto casa dell’amico con una famiglia grande così che garantisce un numero congruo di voti?
Di più, comuni e regione non dovrebbero lavorare in sinergia su quei progetti?
O devono ancora vivere su mondi paralleli e sperperare denaro pubblico in progetti schizofrenici che hanno come solo scopo l’ aumento a dismisura del potere personale dei singoli presidenti e sindaci?
Ma qualcuno si è dimenticato dell’esempio dell’ ex presidente Mario Spacca che credendosi Re passa da un gruppo politico al suo esatto contrario basando la sua scelta proprio sul potere personale e non su una visione seria della politica?
Ma il continuo ed antico pensiero che il cemento risolve tutto e che è da lì che riparte un’economia non è idiota e finalizzato a mantenere la ricchezza di qualcuno a discapito del benessere di tutti?
La disoccupazione e la precarietà non troveranno sbocchi fino a che gli attori politici penseranno solo e soltanto a parcometri e lampioni, non troveranno possibilità lavorative fino a che si parla solo di bollette e tasse da pagare dimenticando che le tasse le paga chi ha uno stipendio.
La risposta non può essere solo e soltanto il giusto reddito di cittadinanza. Il reddito di cittadinanza senza politiche industriali, visione del futuro, progettazione economica non ha senso. Le politiche industriali e di intervento sul territorio sono anche responsabilità delle istituzioni locali dato che sono loro che decidono imposte locali, cessione di licenze commerciali, sviluppo territoriale e politiche sociali.
Ma io sono un polemico istrione con tanta voglia di farmi conoscere, forse hanno ragione dovrei chiudere il mio blog ed emigrare lontano.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio