I casamonica La Mafia e la Disoccupazine

23.08.2015 09:06

Se questo fosse un paese normale un funerale che è più la scena finale di un film a basso costo sulla mafia che il riunirsi di famiglia ed amici per salutare il defunto, non avrebbe avuto tanta importanza.

 

Ora è pur vero che questa estate è stata l’estate più calda dal 1881 e che il Salvini nazionale a coperto 10 colonne con i suoi interventi ridicoli, xenofobi, razzisti contro il mostro dei profughi che non son profughi ma clandestini da mettere in un condominio abbandonato in mezzo al mediterraneo. Ma quest’anno non abbiamo avuto il giallo dell’estate, niente omicidi irrisolti di cui blaterare, niente infanticidi raccapriccianti, niente rapimenti da romanzo criminale. 

 

Di qualcosa occorre pur parlare e giù con articoli colti e preparati sui Casamonica, famiglia criminale adusa al commercio della droga, controllori di prostitute ma sopratutto usurai che nel loro dna gitano esprimono il peggior gruppo criminale romano ed al tempo stesso evocano atteggiamenti razzisti, il che male non ci sta anzi migliora la qualità dello scritto.

 

Tutto questo scrivere del loro funerale, questo patetico ricordo del defunto che era una figura ridicola di boss pericoloso e violento che in un paese normale avrebbe avuto il continuo controllo della polizia e si sarebbe usato il codice penale per fermarlo e farlo morire nelle patrie galere, ma no, in questo paese anormale e corrotto è stato lasciato libero di circolare e fare enormi feste per il suo compleanno dove si atteggiava a boss siculo-americano cantando “I did it my way” e sorseggiando champagne, mi spaventa.

 

Proprio perché vivo in un paese anormale e corrotto mi chiedo: 

Ma tutti questi scritti a cosa servono? 

Chi sta guadagnando da una polemica stupida e senza senso? 

Ma che i Casamonica hanno il diritto di riempire intere zone della città con cocaina e prostitute, si possono sostituire alle banche legali per fornire denaro a commercianti disperati ma non possono fare i funerali che gli pare opportuno fare?

 

Da cosa stanno cercando di distogliere lo sguardo? Ma non è che puntano il dito contro di loro per non far vedere che anche Nicola Zingaretti è nel mirino della corte dei conti per storture nel finanziamento della sua campagna elettorale? 

Ma non è che dato che il maxi processo contro la banda del Carminati ed il coinvolgimento di una intera classe dirigente politica è alle porte non si vuole far vedere le ovvie manovre di palazzo e criminali in atto per la sostituzione di un potere politico mafioso con un altro? 

A Roma in questo momento tutto tace anche le pistole ed è nel silenzio che la mafia dal colletto bianco rinasce e si fa più forte, è nel silenzio che si fanno accordi ed alleanze e con la marea di milioni di euro che passerà per Roma grazie all’Anno Santo accordi ed alleanze mafioso politiche sono essenziali e dovute.

 

Personalmente queste domande me le devo fare, sopratutto da disoccupato perché il lavoro, la possibilità di essere produttivo in un paese come questo pervaso, intriso, unto di mafia passa nelle loro mani. 

In questo paese è la mafia dal colletto bianco che fa le politiche sul lavoro, è l’intreccio mafia politica che genera politiche industriali. 

 

Per essere mafioso o contiguo alla mafia non occorre saper sparare, fumare costosi sigari cubani o cantare Frank Sinatra ma avere comportamenti mafiosi ed è ormai un’intera nazione che li ha. 

Chi si vende posti di lavoro per aumentare il suo potere politico è mafioso. 

Chi controlla appalti pubblici ricchissimi e li dona ai suoi finanziatori è mafioso. 

Chi costringe un’intera classe lavoratrice nel precariato per controllarla e renderla suddita è mafioso. 

Chi svende la sanità pubblica ai soliti noti soci e finanziatori è mafioso.

Chi legifera a favore di una sola classe sociale a discapito di intere fascie sociali è mafioso.

 

La mafia del malaffare ha sostituito la mafia del crimine. 

Chi spaccia droga, chi sfrutta la prostituzione, chi fa usura, chi rapina e rende insicure intere città sono solo la parte appariscente che fornisce utile denaro ma possono essere combattuti e vinti con gli strumenti della legalità e dell’uso democratico del codice penale.

 La mafia del malaffare è un’atteggiamento mentale una stortura culturale prima di essere associazione a delinquere e quelli come Carminati lo sanno.

 

Vostro 

 

Disoccupato-incazzato-insonne

 

 

Claudio