I musei Sassoferratesi ai privati

28.09.2015 05:37

Il comune dove vivo, Sassoferrato, sembra inamovibile, silenzioso.

 

Non si parla quasi  mai delle vicende comuni ma tantissimo di quello che fa il vicino, di quante corna contiene il cesto di Tizio o quante marachelle fa Caio.

 

Il privato diviene pubblico, ma il pubblico che fine fa? Non è dato saperlo. Nelle private stanze comunali pur vengono prese decisioni, si fanno scelte, si applica la politica ma la comunità di quelle dotte discussioni viene a conoscenza da rumori e voci di sottobanco. 

 

Questo atteggiamento del potere pubblico crea mito, diceria e sconforto.

 

In questo modo è stato deciso che la farmacia comunale non era redditizia a sufficienza per giustificare l’uso di denaro pubblico ed è stata venduta a privati sulla base della sua improduttività quindi ad un prezzo risibile per un’attività del genere. Ovvio che dopo un tempo congruo quella stessa attività a preso altre strade molto più redditizie ma per un privato cittadino e non per l’intera comunità.

 

Insomma la base del pensiero filosofico dei gestori della cosa pubblica è che i privati sanno meglio e di più. Sono liberi dalla costrizione delle leggi che ne regolano la sua gestione, hanno mani libere e libero denaro, ovvio quel denaro può provenire dalle pubbliche tasche o dalle casse di un’ Europa che viene troppe volte pensata come avulsa dalla vita quotidiana ma che finanzia e quel suo denaro è cosa pubblica.

 

Con queste modalità semi silenziose è stato fatto un project financing per i servizi di gestione dei musei e delle aree archeologiche comunali. Si sollecitano i privati nel sottoporre al comune un progetto per la gestione, valorizzazione ed uso del MAMS appena aperto e di tutte dicasi tutte la strutture che fanno cultura in questo paese silente.

 

Le si toglie dalla attuale gestione della Pro Loco, che ha garantito nel tempo che quelle strutture fossero aperte al pubblico, le ha gestite nelle loro attività garantendo con alti e bassi che funzionassero per il bene comune.

 

Regione, area vasta e comune hanno pensato che i privati sapranno fare meglio e di più e così tempo addietro fecero una riunione con alcuni di questi privati, con l’aggettivo qualificativo giovani, e li hanno coinvolti nella produzione di questo progetto gestionale che si vedrà finanziato dal comune per 8,000 € annui pari alla somma degli attuali costi di gestione. Ovvio che Regione e tutti gli altri faranno la loro parte facilitando l’uso di fondi Europei.

 

Sulla base di questo lavoro verrà indetta una gara di appalto, i produttori di questo project avranno diritto di prelazione non vincolante.

 

Chi si aggiudicherà la possibilità di gestione di questa importantissima fetta della cultura locale avrà mano libera. Il Comune, da padrone delle mura, si tiene la gestione delle spese per la straordinaria manutenzione ma tutto il resto sarà nelle mani di privati associati nelle forme ammesse dalla legge. Avranno la possibilità di progettare attività, uso dei locali ed orari di apertura a loro piacimento come già gli viene concessa la possibilità di aprire aree di ristoro purché siano architettonicamente amalgamate con le strutture esistenti.

 

In poche parole la cultura Sassoferratese sarà data in gestione completa ai privati. Per ora si tratta di una privatizzazione delle attività, per le mura vedremo.

 

Ovvio che il bando non pone alcun tipo di limitazione ne di preferenza sulle caratteristiche lavorative di questi privati. Insomma possono essere disoccupati o ricchi imprenditori ai gestori della locale cosa pubblica questo aspetto non interessa. Come non interessano le caratteristiche di gestione del personale, i privati da questo punto di vista sanno meglio molto meglio.

 

Dal mio punto di vista una scelta come questa non la capisco molto visto che il comune non ha una politica sul turismo chiara e definita. Non capisco come una società privata possa gestire meglio della Pro Loco le attività culturali di Sassoferrato in totale assenza di direttive ben precise e come la gestione del patrimonio museale locale possa essere completamente avulsa da un progetto concreto di sviluppo dell’area. Ovvio i privati sanno meglio e già esistono loro associazioni  che fanno poche parole e molti fatti.

 

I disoccupati Sassoferratesi disoccupati ignoranti sono e disoccupati ignoranti restano.

 

Vostro

 

Disoccupato-incazzato-insonne (Ignorante)

 

Claudio

 

 


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