Il Signor Poletti ed il movimento cooperativo
Che il Poletti ministro del non lavoro continui imperterrito nella sua strada filo confindustriale non mi spaventa ne stupisce. La sua ultima uscita sui contratti di lavoro slegati all’orario di servizio e che prevedano un salario ottimizzato alla produzione non è né una novità né tanto meno una modernizzazione dei rapporti industriali ma solo e semplicemente il logico passo avanti rispetto alla riforma appena approvata.
Quello che mi risulta altamente indigesto è la conclusione a cui occorre arrivare. Se Poletti è il frutto appeso all’albero del movimento delle cooperative quel movimento era marcio da molto tempo, se l’attuale ministro del lavoro è un ex dirigente di quel sistema lavorativo che nacque agli albori della rivoluzione industriale quello stesso movimento che parlava di solidarietà e compartecipazione qualcosa è andato veramente storto ed è volato per la tangente opposta.
Le cooperative hanno perduto la loro filosofia e sono divenute un metodo orrendo per evadere tasse e contributi sociali, legate a doppio filo al potere politico e mafioso oggi sfruttano indecentemente la forza lavoro, quegli stessi operai che dovrebbero essere i compartecipanti e comproprietari delle attività lavorative di quelle associazioni.
Le prime a perdere il senno furono le cooperative di addetti alle pulizie di uffici pubblici o privati aperte e chiuse da padroncini sfruttatori del lavoro altrui a loro piacimento e sempre per il fine di non pagare i contributi o i trattamenti di fine rapporto.
Hanno seguito questa strada le cooperative delle costruzioni, agevolati da svariati interventi legislativi hanno derubato fondi a iosa, in moltissimi casi lasciando povera gente senza soldi e senza casa. Per non parlare delle cooperative che hanno sfruttato i lavori pubblici aggiudicati per interventi politici al solo vero scopo di succhiare fondi pubblici e lasciare strade appena finite piene di buche se non addirittura franate il giorno dopo l’inaugurazione.
Eppure il movimento cooperativo ha una storia di tutto rispetto ed un valore sociale non di poco conto. Le cooperative agrarie degli inizi, le loro lotte contro il latifondismo, le loro lotte in difesa dei diritti dei contadini e dei mezzadri non possono essere dimenticate è grazie a loro se i contadini uscirono dalla schiavitù dei proprietari terrieri e si fecero parte integrante del movimento operaio.
Ciò che le cooperative odierne sono diventate è la logica conseguenza del disfacimento della politica non più res publica ma solo fonte di potere fine a se stesso e mezzo di arricchimento personale senza che esso comporti il sudore del proprio lavoro.
Oggi il signor Poletti dovrebbe usare il suo tempo lavorativo alla ricerca di una soluzione reale alla disoccupazione, evitare di sbandierare falsi successi governativi in questo ambito. Abbiamo veramente bisogno di lavoro e non di nuove regole che hanno il solo fine di sfruttare di più chi un lavoro lo ha già.
Non ultimo il suo ruolo è di ridare alle cooperative moderne un minimo livello di quell’ onore che hanno perso dietro i loro conti correnti, quelle sì che vanno regolate e ripensate.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio