L' etica pubblica che manca sia a Sassoferrato che nella nazione.
L’etica che non c’è.
Vi ho parlato della volontà del comune di dare in gestione a privati cittadini associati i musei di Sassoferrato, ma questa non è una novità ma la tendenza generale delle istituzioni appoggiata e finanziata dalla Comunità Europea.
Tanto è vero che in Sassoferrato questa bella novità ha visto i suoi inizi nel febbraio 2015 con una serie di meeting (riunioni) fatte in regione Marche. Usano una lingua straniera per lucidare un pensiero antico che personalmente non mi aggrada, privato è meglio.
La cosa pubblica se gestita da un privato è migliore, più bella e, guarda un po' anche lucrativa. Si qui a Sasso ne abbiamo vari esempi il più chiaro di tutti è la farmacia comunale che quando gestita dall’ente pubblico è in perdita ma gestita dall’amico dell’amico in forma privata è divenuta lucrativa ed economicamente in buona salute. Un caso.
Ora sembrerebbe che la storia dei musei stia prendendo un crinale tipico di queste parti, un aggrovigliato incomprensibile e molto complesso di interessi privati. Come prevedevo nel progetto esiste di già la volontà di aprire nella struttura degli Scalzi un caffè con libreria annessa, nulla di male anzi questo garantirebbe un’entrata economica utile per i gestori.
Le entrate per i biglietti di ingresso sono di competenza dei gestori, anche questo è lecito ed etico, con buona pace dell’interesse della comunità che ha investito una gran quantità di denaro pubblico in quella struttura. Bene.
Ma qui si aggroviglia la storia visto che sembrerebbe che ad aggiudicarsi il tutto sia stato un gruppo di persone imprevisto e non molto gradito in quel dei palazzi comunali. Iniziano le giagulatorie, i lamenti e le proteste sugli unici paletti messi dal comune sulla gestione delle strutture. Ora non stiamo parlando di politiche culturali o programmazioni turistiche ma di cosa è responsabile il gestore. Sono a loro carico i costi di manutenzione ordinaria, lo sfalcio dell’erba etc. etc. ma sopratutto l’associazione che gestirà musei e siti archeologici sulla struttura degli Scalzi dovrà corrispondere la TASI, odiata tassazione.
A dire di qualcuno questi paletti mettono in dubbio la fattibilità lucrativa del progetto, sopratutto il pagare la tassa sulle immondizie e sui servizi indivisibili (TASI) sarebbe un modo per non far funzionare il progetto e far decadere l’appalto. Ma dai, personalmente mi sarei vergognato anche solo di pensare una simile cosa.
Ma se apri un bar ed una attività commerciale all’interno del museo di arte moderna, non paghi affitto e gran parte delle strutture sono già esistenti e pagate dalla comunità il chiedere di far fronte ad una tassa sarebbe uno sgambetto “politico”? Cosa altro vi deve la comunità Sassoferratese?
In quest’area ci sono un numero a due cifre percentuali di disoccupati come me che si sento rispondere che le istituzioni non possono fare nulla per risolvere le problematiche annesse e connesse alla mancanza di lavoro. Di più personalmente sono anche invalido e neanche la legge riesce a proteggermi come dovrebbe e sono 8 anni che combatto per vedere i miei diritti riconosciuti.
In Sassoferrato guarda un po’ ci sono attività commerciali, bar e librerie che sono costate svariate centinaia di migliaia di euro ai proprietari che regolarmente pagano tasse comunali e sono la struttura portante delle entrate pubbliche, si lamentano un gran bel po’ ma fanno fronte ai doveri a cui ogni cittadino è soggetto. Anche noi disoccupati siamo chiamati a far fronte alla tassazione, non è che il comune vista la nostra situazione ci ha esentati, anzi ci manda una miriade di letterine d’amore da Equitalia.
In qualità di “Start Up” avete già ricevuto un finanziamento Europeo o regionale pari a 15,000€ non pagherete nessuna forma di affitto non dovete investire centinaia di migliaia di euro e dovreste gestire un bar ed una libreria all’interno di una struttura antica e bellissima di proprietà pubblica appena ristrutturata con finanziamenti pubblici, ripeto la domanda che altro vi deve la comunità Sassoferratese per permettervi di lavorare?
Etica pubblica è la cosa che più manca in questa comunità.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio.