La senatrice Fucksia, i cani e gli immigrati e perché no tutti gli altri.
La disoccupazione mi rende curioso, mi impiccio.
Mia madre mi chiamava la sòra Lella, quella signora nostra dirimpettaia che in finestra si interessava degli affari di tutto il quartiere. Una sorta di “radio serva San Paolo”.
Da quel punto di osservazione vedeva tutto, sapeva tutto e raccontava del tutto che aveva visto o sentito.
Non potevi baciare una ragazza che subito lo sapeva il parroco della basilica di San Paolo, la madre ed il padre della ragazza, tua madre tuo padre, il panettiere ed il barista che poi con occhiata sorniona ti chiedeva “Ao’ bon giorno, te sei lavato i denti che quella bacia tutti, se no te faccio er caffè n’a plastica che ce tengo ai clienti”.
La mia finestra è più moderna, mi affaccio su FB. Una sorta di finestra elettronica che mi da l’opportunità di impicciarmi del tutto e del niente che vi succede dentro.
Alcune cose sono molto interessanti, avvincenti che fanno ragionare. Altre sono noiose tiritere sul tempo e sull’amore che c’è non c’è che forse sarà ma dovrebbe essere così ma non lo è.
Insomma un minestrone.
Stamani fra le tante pietanze c’è un post della senatrice Fucksia M5S.
La senatrice è una delle persone che sto’ tampinando, sommergendo di mail private e non per incontrarla perché eletta nella circoscrizione di Fabriano.
Nel suo post la senatrice commenta:
“Con i cani, come con gli immigrati....Occorre controllare e presidiare e tutti dobbiamo metterci del nostro”.
Sconcertato.
Sì perché se questo commento fosse targato Salvini non lo avrei neanche letto. Lo avrei archiviato come boutade di un fascista in cerca di autore.
Un nulla culturale.
Venendo da lei, ed essendo lei del Movimento 5 Stelle che ho votato, mi si è impicciata la mente cercando di capire dove quelle tre righe volessero arrivare.
Ho concesso e concedo tutto il beneficio del dubbio.
Dette così quelle parole sono pesanti, il parallelo fra esseri umani in cerca di pace sia essa pace vera o pace economica e cani è un parallelo troppo forte che nemmeno io che sono un provocatore professionista mi sarei mai permesso di fare.
Che intende la Senatrice della Repubblica? Ancora non lo capisco.
Da estremista, ho finito la mia esperienza politica con Lotta Continua, potrei esagerare ed intendere che qui si sta parlando di castrazione chimica per limitare il numero delle presenze nel territorio di specie randagie e pericolose.
Che occorre controllare la presenza di cani ed immigrati per evitare la diffusione di malattie pericolose quali la rabbia o la presenza endemica di pulci o zecche.
Sono sicuro, spero che non sia così.
Temo sia una di quelle situazioni da cui Freud ha cercato di metterci in guardia, un ossimoro Freudiano. Una sorta di uscita che non intendevi così ma sai l‘amore è amore, la mamma è sempre la mamma, una confusione di termini e concetti.
Pericolosa perché si può allargare a dismisura.
Perché no cani, immigrati, disoccupati, poveri, senza reddito, senza tetto, blu, bianchi, neri. Perché no il completo controllo della capacità riproduttiva di queste categorie tutte? In fin dei conti un disoccupato che copula e procrea crea un disadattato sociale in più di cui la comunità intera dovrà farsi carico.
Insomma suggerirei vivamente di rileggere i propri scritti sopratutto se si è rappresentanti di uno stato che è già in debito con moltissime categorie di disagiati che andrebbero protette e non derise o minacciate.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio
