L’insostenibile ironia dei tagli alla sanità, ospedale di Fabriano, la mortuaria e la puerpera.
L’insostenibile ironia dei tagli alla sanità, ospedale di Fabriano, la mortuaria e la puerpera.
Eccomi qui, sono tornato. Nei due giorni e mezzo passati in ospedale abbiamo raggiunto un risultato fenomenale, nonostante tutto il mio cuore è lì e batte. Giuro l’ ho visto, sdraiato in sala chirurgica con un cardio chirurgo molto simpatico che mi faceva vedere i tre stent che sono puliti e le placche diffuse qui e la nelle varie vene che sono rimaste a tre anni fa.
Evviva ciò le placche nostalgiche che non amano l’evolversi del tempo, gli ho detto io, e lui nella sua infinità umanità mi ha risposto che ciò avuto culo e che un’altro stent non lo avrebbe potuto mettere e quindi me devo da una regolata.
Vabbè e mo che devo fa? dico io, e lui, lo sai e non fa il deficiente che non funziona, ti leggo e non sei idiota, mo devi mette la testa a posto e smettere il vino, le sigarette e con le donne parsimonia. E che diavolo dico io ma sono un’uomo e devo finì in cenere o no?
Tagli alla sanità, se decido di finire in cenere e non distruggere economicamente i miei sopravvissuti meglio non morire in ospedale a Fabriano che hanno chiuso la mortuaria.
E si niente fondi, quindi se muoio in paese il mio corpo finisce dritto dritto dal cassamortaro che speriamo abbia le celle frigorifere in buono stato. Dio non voglia nonna decide di morire in questo periodo di caldo eccezionale, non credo avremmo molti convitati a celebrare le sue gesta dopo due o tre giorni sdraiata in lettiga.
Il primo infarto lo ho avuto più o meno otto anni fa, cardiologia di Fabriano all’epoca era un bel piccolo reparto molto efficiente. Un’andirivieni di cardiologi giovani e speranzosi con una voglia di vederti vivere grande così, dopo otto anni mi ritrovo un reparto in crisi di nervi. Taglia qui taglia là, taglia sù taglia giù e mi ritrovo a fare la tricotomia, per i neofiti dei termini medici la depilazione, con i rasoi dei cinesi. Ho iniziato la mia esperienza con il taglia peli elettrico, soffice soffice, passai hai rasoi Bic, un po' meno morbidi ma con un livello di rossore accettabile. Otto anni dopo eccoti l’infermiera che gli girano male che ti molla due rasoi cinesi. Il risultato è il pube in fiamme. Io quasi sanguinante guardo l’infermiera col giramento a mille con aria depressa e lei mi guarda e dice, bello da qualche parte bisogna risparmia. Ma proprio sul rasoio maledetto!!!
Mi ha detto bene, in fondo tagliarsi i peli con il coltello da scout è una scena da Tex Willer, il sogno di ogni bambino, ma Dio non voglia tu sei una donna giovane e forte in attesa di un bimbetto che ha voglia di uscire nel mondo, taglia qui taglia là a deciso che ha Fabriano sono nati abbastanza bambini e quindi chiude la maternità. Così adesso l’ambulanza deve correre che so da Perticano, ridente frazione nei monti e correre via. Minimo trenta chilometri. Ovvio che durante il mio viaggio in ambulanza ad Ancona ho suggerito all’autista di fare un rapido corso da ostetrica che ce lo vedo uno rude come lui ad aiutare una puerpera urlante nel mettere al mondo un bimbetto.
Insomma il peso dei taglia alla sanità può essere molto ironico, far ridere manco poco. Dalle pasticche che ti si sciolgono in bocca e non nello stomaco alle litigate dei parenti della signora ricoverata in UTIC, terapia coronarica intensiva che dalla mia esperienza non è una passeggiata di salute, che ricordano al cardiologo quasi in lacrime che erano sei mesi che aspettava una banale visita ambulatoriale che gli avrebbe evitato un’infarto e un’urgenza criminale. Vedi il povero giovane dottore che cerca di spiegare che non hanno personale a sufficienza e quindi in estate dimezzano le visite. Ma poi tu sai, io so, che hanno appena speso varie vagonate di milioni per fare un pronto soccorso degno di IR, Medici in prima linea, ma chiudono l’unico presidio di maternità in un’area vasta che si merita cotanto pronto soccorso, non molto comprensibile alla luce della garanzia di un sistema sanitario pensato per la salute dei cittadini, ma molto comprensibile per un sistema sanitario pensato per gli affari delle cooperative del cemento e per sostenere le case farmaceutiche degli amici degli amici.
Ma io non sono un medico che ne capisco io di organizzazione sanitaria? Niente. Però dalla mia giornaliera vita da fruitore costante sia dei pronto soccorsi che dei reparti ospedalieri di differenze ne vedo moltissime e vi assicuro che non me ne frega niente dei colori che danno alle stanze del pronto soccorso ma mi interessa che non devo aspettare venti minuti che si trovi un cardiologo che dica se devo andare di corsa ad Ancona o no. Credo che al marito della povera ragazza con le doglie interessa che si trovi immediatamente in reparto maternità e non in un pronto soccorso invidiabile ma senza ostetrica.
Si, ho ragione io l’ironia dei tagli alla sanità è un’ironia insostenibile.
Vostro in piedi
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio.