L'onere della prova al comune di Sassoferrato.
Sarà capitato anche a voi.
Ovvio l’onere della prova non spetta all’accusa ma all’accusato.
Questa è la sensazione che ci costringono a vivere a cadenze annuali, si, devo provarti che sono disoccupato e che il mio nucleo familiare è vicino alla povertà.
Devo dimostrarti che non ho proprietà immobiliari, che non percepisco altri redditi se non quelli da lavoro della mia compagna, che sul mio conto corrente la giacenza media è minore dei famosi trentini che a Trento trotterellando vanno, non solo ma che al 1 dicembre del 2015 il saldo del mio conto corrente era negativo.
Non devo solo fartene dichiarazione giurata e firmata ma devo portarti tutti i documenti ufficiali che timbrati e sottoscritti da un’autorità superiore, divina ne facciano da testimoni indiscussi ed indiscutibili.
Fatto tutto questo, dopo che mi sono prostrato a tutte le tue angherie e mancanze di rispetto della mia privacy devo attendere che l’INPS mi rilasci la dichiarazione ufficiale che sono vicino alla povertà. ISEE questo sconosciuto giudice dei pochi aiuti che lo stato è disposto a dare hai morti di fame.
Ovvio che nell’era tecnologica tutto questo tu non riuscivi a farlo tramite la rete. Internet ed intranet sono degli emeriti sconosciuti quando si ha a che fare con le istituzioni di uno stato burletta. Ovvio INPS ed Agenzia delle Entrate sono mondi a parte lontani anni luce fra di loro. Non è che lo stato si è preso il diritto di ficcanasare nei conti correnti privati e che i sistemi di controllo incrociato tanto pubblicizzati in tempi non lontani sono una ennesima presa per il culo dei cittadini.
No, devi produrre tutte queste tue dichiarazioni su carta e che sia intestata o niente.
Tutto questo per avere un’abbonamento al trasporto degli studenti pubblico a tariffa agevolata, il rimborso risibile di parte dei costi dell’istruzione dei tuoi figli, le tariffe agevolate di comuni, regioni o provincie le quali non dovrebbero più esistere ma che a Fabriano sono riuscite a spendere qualche milione di euro per una cittadella degli studi fuori norma che nel 2015 non ha un sistema di areazione nelle aule.
Fatto tutto nelle regole stabilite vai al comune di Sassoferrato nel giorno di apertura la pubblico per presentare la dichiarazione ufficiale della tua condizione di morto di fame senza diritti, entri ed aspetti, cosa aspetti? Attendi che la signora addetta allo sportello dell’anagrafe finisca la sua lunga telefonata privata con l’amica e che ti avvisi che l’addetto all’ufficio servizi sociali è in ferie.
Nel frattempo ti sei goduto la scena del signore di colore che, molto irritato è andato con la lettera ufficiale del comune a ripresentare il suo permesso di soggiorno che era già stato presentato mesi prima ma che nessuno si era preso la briga di registrare nel sistema così il poveretto si è visto presentare il controllo dei vigili urbani in veste di polizia giudiziaria.
Insoddisfatto, represso ed incazzato perché nonostante tutti i giri che hai fatto non sei riuscito ancora nel pagare di meno un servizio di trasporto pubblico per uno studente in obbligo di frequenza scolastica, alzi le spalle e te ne vai.
Scendi le scale dello storico bastimento comunale e vai al bar per un caffè, ormai si sono fatte le 10 del mattino, lo desideri, brami quell’espresso e ti metti in fila al bancone, già perché alle 10 del mattino in giorno di apertura degli uffici comunali al pubblico per avere il tuo caffè consolatorio devi aspettare che tutti gli impiegati comunali si ristorino dallo stress avuto nell’oretta che è passata fra l’apertura del portone di ingresso alle 9,00, la seduta alla scrivania alle 9,30 ed il primo colloquio lavorativo alle 9,45.
Mentre attendi il tuo caffè lì guardi e pensi alla tua laurea in economia, alle tue due lingue straniere che parli correttamente, alle tue esperienze lavorative pregresse ed agli otto anni di disoccupazione che non riesci a scardinare. Poi pensi alla tua compagna che è in catena di montaggio dalle 6 del mattino e che ha 10 minuti di pausa per pisciare e ricordarsi che è un’essere umano e non solo un’ape operaia e questo solo due volte nel turno di lavoro.
Si l’onere della prova spetta alla difesa e non all’accusa.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio