Manifesto del non partito dei disoccupati
MANIFESTO DEL NON PARTITO DEI DISOCCUPATI:
Da disoccupato devo essere disarmonico e non posso rapportarmi agli altri con meccanismi di pace. Devo essere distonico con la società ed armonico con i miei simili.
Alle istituzioni dello stato che mi hanno reso un esubero del sistema produttivo, senza darmi opportunità alternative devo creare dubbio, contraddizione, paura.
Da disoccupato non mi devo vergognare della mia situazione di disoccupazione. Essa non deriva dalla mia volontà ma dalla incapacità del sistema economico produttivo di rinnovarsi. La mia disoccupazione è la conseguenza diretta di scelte fatte da altri, dalle oligarchie finanziarie che stanno trasformando la società produttiva in società finanziaria dove non è più l’uomo a produrre i beni ma è denaro che riproduce se stesso e che diviene esso stesso un bene e non un mezzo.
La conseguente mia povertà di mezzi si trasforma nella loro ricchezza di denaro.
In questa situazione io stesso divengo un’arma nelle loro mani, mi utilizzano per ricattare la società, per impaurire chi ancora è nelle maglie produttive per renderlo ancora più schiavo del loro sistema, creano una casta di precari che altro non è che anticamera della disoccupazione. Convincono un’intera società che è con il precariato che si supplisce alla carenza di mercato, alla penuria di acquirenti. Legiferano conseguentemente a questo.
Questa situazione crea individualismo sfrenato, rende ogni uomo differente da me, diverso da me, estraneo e non un essere con un destino simile al mio a cui io posso rapportarmi con meccanismi di pace.
Da disoccupato devo uscire dalla situazione di invisibilità in cui mi hanno relegato, devo rendermi visibile ma non armonioso. Devo imporre le mie istanze perché sono in antitesi al loro progetto di vita comune.
Da disoccupato non posso avere altra rappresentanza che non la mia. Partiti e parti sociali non sono in grado di farsi portavoce delle mie istanze sia perché troppo legati a concetti di società vecchi ma sopratutto perché non sono in grado di farsi interpreti dei cambiamenti radicali in essere. Gli uni troppo legati al loro potere e gli altri incapaci di farsi portavoce di istanze nuove ed inusitate.
Il mio primo passo è la presa di coscienza della mia situazione, cercare armonia con altri disoccupati fare rete e farmi visibile e nella mia visibilità costringere la classe politica nel prendere decisioni alternative e confacenti ai cambiamenti economici in atto.
Un fantasma si aggira per l’europa e quel fantasma sono io ed altri milioni di disoccupati.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio