Mi gira male
Oggi è un giorno no.
Mi girano come se i miei attributi maschili fossero le montagne russe di un parco giochi.
L’inutilità di questi miei sfoghi giornalieri è un dato di fatto che mi risulta essere difficilissimo da accettare.
Sono stati bravissimi hanno cambiato le relazioni umane e le relazioni industriali a loro uso e consumo. Hanno circuito gli incapaci, si la maggioranza degli operai e dei disoccupati possono essere comparati all’incapace.
Accettano tutto e si comportano di conseguenza. Se ci ragionate sopra è una verità assoluta, se non fosse così non sarebbe comprensibile la moda di guidare e scrivere messaggi su di uno smart phone, (telefono intelligente) che risulta essere più smart (intelligente) del suo possessore, mettendo così in pericolo la propria incolumità insieme a quella di un perfetto sconosciuto.
Non si capirebbe diversamente se non accettando come dato di fatto l’incapacità intellettiva del guidatore con il suo modo di superare i limiti di velocità solo e soltanto per andare a mettere due viti con un avvitatore che distrugge i legamenti delle mani.
Come non si capirebbe diversamente l’accettazione supina del lavoro a tempo determinato. Oggi mi sei utile e lavori con straordinari notturni compresi, domani non mi servi così rimani a casa vicino al telefono che magari ti chiamo, forse si, forse no.
Alla Faber di Berbentina, gruppo Franke multinazionale dell’acciaio Svizzera, funziona proprio così ed una media di 52 operai da ormai 7 anni sono assunti a singhiozzo, oggi si, domani no, dopodomani forse. On ed off. Come se il pane per i figli si potesse comprare oggi si che la Faber mi vuole e domani no che la Faber non mi abbisogna, ma devo rimanere a loro disposizione seduto davanti al telefono. Può anche capitare che l’ignorante del capo reparto con la 5 elementare ma un’ego da manager si sbagli e tu arrivi e lui ti rimanda a casa perché si è dimenticato che oggi è il giorno del digiuno per i tuoi figli.
Nessuno dei 52 operai si lamenta o ancor di più protesta, anzi sono prontissimi ad accoltellarsi alla schiena l’un l’altro che forse c’è la possibilità che 10 0 20 di loro venga assunto con il contratto di Renzi, quello che se vogliono ti licenziano due ore dopo e tu devi stare zitto. Certo è che è meglio quel contratto del nulla che è un contratto ad ore.
L’operaio è una prostituta ad ore.
Peggio è il disoccupato, quello che accetta di tutto pur di sognare che un giorno la sua situazione cambi. Il disoccupato è cosciente che prima di lui c’è l’esercito dei raccomandati, poi c’è la gang dei mobilitati che vengono subito dopo quella dei cassaintegrati, insomma tutti coloro che garantiscono al datore di lavoro risparmi ingenti su tasse e contributi. Ma lui niente accetta tutto e non si ribella e sogna che un giorno potrà tornare indenne alle otto ore lavorative.
Il disoccupato è una prostituta gratuita.
Nessuno dei due che si renda conto che è questo che oggi sono i rapporti industriali, li hanno voluti e costruiti così. Hanno ubriacato tutti con scuse aberranti del tipo “E’ la crisi economica del secolo anzi no del millennio anzi di più nel cretaceo si lavorava di più”.
Ancor più aberrante è la moda dell’usare i costi della mano d’opera per giustificare l’aver piegato il mondo del lavoro a loro uso e consumo.
Operai e disoccupati silenti e supini accettano tutto questo senza alzare un dito o proferire parola e sfogano la loro idiota frustrazione su tastini microscopici di telefoni pagati a rate e su acceleratori di auto costruite da loro confratelli schiavi di Marchionne.
Cambierà solo quando gli uni e gli altri si renderanno conto che sono due facce della stessa medaglia, che si ricorderanno che la fabbrica consuma territorio e risorse comuni e quindi il padrone della fabbrica ha responsabilità sociali diverse dalle loro a cui devono rispondere. Cambierà quando gli uni e gli altri si renderanno conto che la frustrazione va contrastata con la certezza del proprio essere e della propria unicità di uomo con diritti e doveri ma sopratutto con diritti di categorie sociali subalterne che vanno riconosciuti e difesi.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio