Perché da disoccupato non posso firmare ne firmo nessuna petizione al presidente della Repubblica.
Perché da disoccupato non posso firmare ne firmo nessuna petizione al presidente della Repubblica.
Noto con piacere che all’ interno della “classe dei disoccupati”, dopo moltissimo tempo di inerzia, al fine qualcosa si muove.
Al solito gli inizi di un movimento, di un’associazione, sono inizi e comportano scelte alcune volte incomprensibili, alcune volte pragmatiche altre volte solo inutili.
La petizione proposta al Presidente della Repubblica affinché si attivi per la ricezione delle istanze dei disoccupati di lungo corso rientra nel terzo caso. Inutile e paradossale.
Il Presidente ha firmato leggi ed approvato interventi governativi che sono responsabili dell’ attuale situazione, non hanno portato alcun tipo di beneficio ne a noi disoccupati ne tanto meno hanno stimolato la crescita economica che tutti speriamo. Sono stati due anni di interventi che hanno favorito solo e soltanto la parte forte della nostra società ed in moltissimi casi hanno favorito solo lobbies ben chiare e di assoluto potere economico. Quindi rivolgersi a lui è un paradosso inutile e dannoso. Una perdita di tempo ed un spreco di energie che rischia di far chiudere in fretta qualsiasi nuova iniziativa positiva.
Il governo in due anni non è stato capace di porre in essere alcun tipo di intervento a favore di noi disoccupati, vecchi e di lungo corso. Gli interventi legislativi posti in essere hanno anzi danneggiato qualsivoglia possibilità di reinserimento lavorativo nostro ed ancor di più ha posto in essere situazioni tali che se il disoccupato è anche invalido non ha alcuna possibilità di reinserimento lavorativo. Il Presidente della Repubblica ne è ha conoscenza, ne è consapevole.
Dove sono finiti gli sbandierati 600 milioni di euro di interventi volti al contrasto della povertà? Dove vanno a finire tutti i fondi Europei volti al reinserimento lavorativo? Le regioni tutte indistintamente non fanno che proporre corsi e corsetti di specializzazione rivolti a noi disoccupati che altro non sono che finanziamenti a gruppi di amici del muretto che intascano i denari pubblici ed Europei senza dare alcuna possibilità seria di reinserimento lavorativo. Fino al risibile intervento della regione Marche che finanzia centri studi molto vicini alla parte politica dell’ assessore al lavoro per una “ricerca di mercato sul sentimento di utilità dei centri per l’impiego da parte dei disoccupati”. Bastava chiedere ed a costo zero la stragrande maggioranza dei disoccupati marchigiani avrebbero detto alla signora Assessore che i centri per l’impiego servono solo a garantire lo stipendio ha chi ci lavora e chi ci lavora è sicuramente beneficiario di raccomandazioni politico sindacali.
A chi serve un corso di due anni per “riparatore di motoseghe” o quanti di voi disoccupati troveranno degna posizione di lavoro come pizzaiolo o estetista? Il mercato di quante parrucchiere abbisogna? Quante aziende nel 2016 impiegheranno disoccupati con patentino europeo in word processing? Credetemi l’esimio dottor Mattarella conosce bene le risposte.
Il nascente movimento dei disoccupati, se esiste, andrebbe impegnato su altre iniziative molto più importanti e di sicuro bisogno. Chiedere con forza agli assessori alla sanità regionali l’inserimento delle cure odontoiatriche gratuite per i disoccupati di lungo corso, denunciare i continui abusi di denaro pubblico sperperato nei corsi di aggiornamento, la immediata chiusura di tutti i protocolli di intesa regionali che di fatto impediscono l’assunzione a tempo indeterminato dei disoccupati invalidi, chiedere con forza che le istituzioni locali prevedano servizi sociali a costo zero per le donne disoccupate in cerca di lavoro, insomma in poche parole, pretendere che vengano riattivate tutte le politiche volte all’alleggerimento delle difficoltà sociali dovute alla disoccupazione.
Una piattaforma del genere mi vedrebbe in prima fila sia come sostenitore, firmatario e megafono.
La nostra situazione grida vendetta in cospetto della Democrazia, le nostre problematiche non sono solo politiche ma esistenziali, umane. Lo Stato non abbandona in mare solo immigrati che fuggono da guerre ma interi strati sociali interni, i propri cittadini e questo non è concepibile perché causa di sofferenze umane senza rimedio e senza dimensioni razionali.
La sola petizione al Signor Presidente della Repubblica che andrebbe fatta è solo quella che afferma che se uno Stato ha al suo interno larghi strati sociali senza proprietà o lavoro è responsabile della rottura del contratto sociale e quei cittadini non hanno più alcun dovere di rispetto delle leggi. (Constant; padre del liberismo europeo).
Vostro
Claudio Pezzetta