The Big Kahuna
The Big Kahuna
Il Big Kahuna si alza presto la mattina.
Prende la sua tavola e la accarezza, nella sua mente valuta la sua capacità di farlo volare sulla cresta delle onde.
Liscia e lucida, senza la ben che minima asperità, crepa o qualsivoglia elemento che la possa frenare, che le possa impedire di scivolare in un’acqua salata, calda come il liquido amniotico che gli ha garantito la vita.
The Big Kahuna conosce il mare, lo ama come una donna, ne conosce le curve, monti e valli che possono portarlo in cielo farlo sentire uomo senza pensieri ne paure.
Conosce il suo caldo ventre e vorrebbe perdersi in esso come da bambino cercava l' braccio della madre per consolarsi e metteva il suo volto da Hawaiano nel mezzo dei suoi seni morbidi alla ricerca di protezione ed amore infinito, come infinito è il mare ed è lì che lui vuole perdersi e sentirsi al sicuro.
Madre, sole e mare queste le sue carte vincenti.
Si avvicina camminando sulla sabbia e guarda oltre l’orizzonte. Il suo sguardo perso nel blu che ora ha i toni rossi, caldi del sole nascente, sembra che sia senza pensiero, sembra che non abbia alcun sommovimento di mente, i fasci muscolari tutti indistintamente tutti rilassati come in attesa delle carezze del suo amore che è rimasto a dormire.
Nessuno conosce le sue paure, nessuno è in grado di capire il suo intendimento e la sua irremovibile decisione di volare sulla cresta di un’onda mortale.
The Big Kahuna conosce le maree e le correnti del mare delle sue isole, li è nato, cresciuto e fatto uomo. Le sue isole piegate e ridisegnate da chi ne ha fatto luogo di vacanza per ricchi ignoranti del mare. Persone che non possono capire la sua ferrea decisione di esserne amante suadente e quasi domatore, ma lui è cosciente che il mare non è domabile e che le sue suadenti curve, le sue femminili valli ed eccitanti colline sono portatori di morte.
Sua madre ed i suoi nonni, tutti coloro che lo hanno preceduto ed accompagnato gli hanno insegnato che il mare è portatore di cibo, è portatore di avventura, è portatore di viaggio infinito ma è anche compagno di morte, di sofferenza e di abbandono.
Nel suo avvicinarsi alla riva cammina su di una spiaggia fresca sotto i suoi piedi e finalmente le dita toccano l’acqua che sulle prime gli danno un sottile brivido freddo che risveglia in un nano secondo la sua coscienza, come ha fatto la sua donna che la notte precedente con carezze sapienti e baci bollenti ha risvegliato con un brivido la sua voglia di uomo duro e giovane, come lei, l’acqua risveglia la sua voglia irrefrenabile di libertà.
Entra in acqua, si tuffa e nuota contro corrente con al fianco la sua tavola da surf.
Le monta sopra come fosse il suo cavallo e la dirige al largo subito dopo l’ultima secca poco prima delle profondità assurde che regalano un blu profondo denso, quasi nero.
E’ lì che attende che la risacca e la marea si incontrino e gli portino come regalo l’onda, la montagna che nessuno è in grado di scalare, la montagna di blu con in cima la bianca schiuma che gli garantisce un volo lungo fluido e suadente.
In quel preciso punto dove nasce la sua coscienza di uomo libero.
Lì io vorrei essere con lui, cosciente delle mie piccolezze umane, della mia debolezza ed infinita sofferenza. Lì con lui io vorrei essere, cosciente del mio essere uomo, appartenente ad un mondo infinito come è infinito l’amore che porto alla mia donna. Lì io vorrei essere con lui a cavalcare le ali della libertà che mi è stata tolta da una società di piccoli uomini in perenne inseguimento di un potere effimero e vuoto.
In quel preciso punto dove inizia la mia coscienza e la consapevolezza e la voglia di essere uomo libero, è lì che inizia la mia onda.
Vostro
Disoccupato-incazzato-insonne
Claudio